Tre Principi Alchemici in Relazione al Regno Vegetale
Forze Archetipiche
Da sempre l’uomo svolge attività di studio e indagine della realtà al fine di comprendere la vita nel suo insieme per poter cogliere ed afferrare quelle che sono le leggi che governano il creato.
In epoca moderna si è affermato un approccio di tipo scientifico-materialista che tende a valutare unicamente le componenti dimensionali di tipo materiale (che studia la sostanza), eppure... quello materiale è solamente uno degli aspetti che caratterizzano il Creato. Il comune metodo di indagine, che si può definire di tipo quantitativo, non tiene in considerazione gli aspetti più sottili e profondi legati alle forze che operano in Natura. Nell’affermare ciò non si vuole negare la validità e l’utilità del moderno approccio scientifico-materialista (anzi), ma si vuole ribadire che questo tipo di orientamento, per sua natura, non può contemplare le forze che costantemente operano e agiscono in Natura. L’idea che la Natura possa essere Animata da qualcosa che una componente che non è materiale viene rigettata a priori poiché si tratta di un’ipotesi non quantificabile in termini numerici e analitici (almeno con gli attuali strumenti di misura comunemente utilizzati in ambito scientifico). Mentre attraverso un approccio diverso, di tipo qualitativo, diventa possibile definire relazioni, nessi e rapporti tra fenomeni differenti (o apparentemente differenti) riconoscendo il senso e la funzione che li caratterizza. Si parla chiaramente di cogliere il “gesto” e la finalità di questi fenomeni riconoscendo una matrice comune operante, o modello, che potremmo definire anche forza archetipica. Si tratta di princìpi ordinatori che operano all’interno della natura organica ed inorganica secondo schemi e tracce riconoscibili a vari livelli. Ovviamente non è possibile ricondurre vita e vitalità ad uno schema… anzi! Ciò non preclude però la possibilità di riconoscere all’interno della natura l’azione e l’influenza di forze archetipiche. Diventa altresì necessario un certo tipo di sforzo, o una certa predisposizione d’animo, al fine di contemplare e riconoscere queste forze ed imprimere nella propria anima immagini e sensazioni utili a cogliere un determinato “gesto” (archetipo) o qualità dominanti. Da un lato vi è lo studio e il dominio della materia in sé, mentre dall’altro vi è la comprensione delle forze che la governano. Di seguito una sintetica informativa relativa all’interpretazione alchemica del processo vegetale.
Indice dei Contenuti
Perché il linguaggio simbolico è importante?
Il linguaggio simbolico è essenziale per stabilire un legame tra il sensibile ed il sovrasensibile, il materiale e l'immateriale.
I simboli evocano immagini, idee ed esperienze. Ogni simbolo può esprimere differenti significati che a loro volta si possono sovrapporre includendosi giungendo a completarsi reciprocamente.
Il linguaggio simbolico è il più indicato per comunicare determinati concetti e realtà, risulta essere senza i limitati del linguaggio corrente. Il linguaggio simbolico è un veicolo alquanto caratteristico che distingue e tratta l’espressione in modo essenziale, inizia oltre la dottrina tradizionale.
Il simbolo attinge ad una sorgente di conoscenza superiore e ponte tra Microcosmo e Macrocosmo, è al tempo stesso materia con una certa forma e idea, è al tempo stesso espressione artistica/creativa e significato… per chi lo sappia far risuonar nella propria anima.. è un tramite di forze ed energie cosmiche (archetipi).
Di seguito una sintetica informativa relativa all’interpretazione alchemica del processo vegetale.
Il Sale interconnesso per lo più con le Radici
Con il principio legato al sale si ha la rappresentazione degli aspetti più concreti dell’esistenza; la componente materiale e fisica necessaria alla manifestazione dei fenomeni sul piano terreno. Per poter generare un corpo solido di qualunque tipo (pietra, pianta, animale, uomo) è fondamentale che vi sia l’elemento salino in quanto “mattone” necessario alla realizzazione di peso, misura e struttura tangibile.
Paracelso sosteneva che la vita è governata da forze invisibili agli occhi, e per questo suggeriva di esporre la materia alla prova del fuoco facendo bruciare un tozzo di legno. Il risultato è l'evoluzione, la manifestazione e la frammentazione della materia in tre diversi stadi/stati: il fumo, la brace e, come ultima fase, la cenere. La cenere rappresenta dunque la componente materiale dotata di fissità e resistenza, o la materia prima necessaria per la realizzazione di un corpo fisico. In altri termini il sale (o mattoni) con cui viene edificato un corpo. Ciò che rimane da questa combustione è una sorta di memoria minerale dell’elemento terra di cui era composta la parte fisica/materiale. Ed è anche la componente più pesante. Per certi versi il principio salino rappresenta l’aspetto informe e amorfo della materia, destinato a prender forma grazie alle forze plasmatrici che agiscono in natura.
Le qualità basi del sale sono nutrizione e sostentamento in quanto bisogni primari e basilari.
Le funzione d'assimilazione e concentrazione sono fondamentali per l'esistenza.
Nella pianta si ritrovano queste qualità nell’apparato radicale, strettamente connesso al terreno. Tra radice e terreno vi è una stretta interdipendenza che dà origine: al processo vegetale ed allo sviluppo delle piante (da un punto di vista), e, alla genesi stessa del suolo (da un altro punto di vista) legata all’azione dell’apparato radicale ed ai residui organici integrati via via all’interno del terreno (foglie, rami, deiezioni animali etc.).
Il luogo nel quale vi è la massima espressione dell'elemento salino è il suolo, giacché attraverso decomposizione e degradazione della materia organica (soprattutto residui vegetali e deiezioni animali) vengono elaborati alcuni componenti necessari alla formazione delle piante Nel suolo vengono resi disponibili i sali minerali indispensabili per la nutrizione vegetale, veicolati dall’acqua anch'essa di basilare importanza per il sostentamento e la nutrizione materiale dei vegetali.
Ciò che tende a dilatare le forme è di natura terrestre e rientra nel processo di assimilazione e nutrizione.
In agricoltura biodinamica è fondamentale il corretto svolgimento del ciclo del detrito (decomposizione della sostanza organica) e la rielaborazione e ri-sintesi della materia organica favorendone la trasformazione in buon humus, così da agire positivamente anche sullo sviluppo dell’apparato radicale dei vegetali e sull’attività biologica del suolo (batteri, funghi e microrganismi vari...).
L’elemento minerale rappresentativo per questo ambito di forze può essere il calcare (CaCO3) il quale si comporta come un sale assorbitore. La sua attitudine è quella di trattenere e assorbire (espressione di brama). Le parole di Steiner per descriverne le qualità rendono più chiaro il principio: “…brama l’unione con diversi altri elementi… attira ogni cosa e nel terreno sviluppa una vera e propria bramosia”.
All’oro puoi rinunciare, ma al sale no.
Cassiodoro
Sale Filosofico
La fissazione dell’esperienza, il senso di Sé
Noi siamo di certo quel che abbiamo ereditato e l'insieme delle nostra esperienze. Noi siamo il nostro vissuto (siamo tutto ciò che ci è successo, che c'è accaduto, siamo fatti di come abbiamo reagito agli eventi, alle situazioni, alle emozioni, siamo l'insieme delle nostre gioie e delle nostre sofferenze...) non esiste il Sé senza un vissuto...
Il Sale Alchemico permette agli eventi di fissarsi, diventare vissuti, costruire il proprio Senso di Sè, il corpo Psichico. In questo senso i traumi infantili sono momenti d’iniziazione al senso di essere un me dotato d’interiorità soggettiva. Il Sale potremmo dire è la nostra Memoria episodica, come se l’anima dovesse portare incisa nel corpo psichico una reminiscenza esemplare. Evidentemente anche le fissazioni familiari diventano le nostre miniere di Sale. Il Sale Alchemico, secondo Jung, si riferisce ai sentimenti e a Eros, quel fondamento minerale, impersonale, oggettivo dell’esperienza personale che rende possibile l’esperienza, aggiunge Hillman, niente sale, niente esperienza, soltanto uno scorrere e un dissiparsi di eventi privi di corpo psichico! Il sale non è infiammabile, non è soggetto a calore, come lo zolfo, anzi intacca e uccide le reazioni impulsive, perchè ci ricorda le pene sofferte in analoghe occasioni, ci dà la consapevolezza, la saggezza, il sal sapientiae! (C.F.)
Mercurio
Nel simbolo alchemico del mercurio vi è in parte la raffigurazione di Venere, divinità della grazia e dell’armonia, in grado di portare ordine e coerenza tra forze opposte e conciliare la passività e l’inerzia del sale con il dinamismo dello zolfo.
L’elemento mercuriale agisce come fattore di equilibrio e armonia tra i due princìpi sale e zolfo.
Attraverso lo scambio e il dialogo tra le parti si sviluppa ed evolve la vita, qui agisce l’elemento mercuriale favorendo la relazione armonica tra Cielo (Zolfo) e Terra (Sale).
Il Mercurio ha una posizione centrale, un principio in grado di far fluire forze, energie e informazioni alla pari di un cuore pulsante. Quella del principio mercuriale è una posizione centrale in tutti i sensi: se da un lato l’apparato radicale incarna il principio salino e dall’altro il fiore ed il frutto sono il risultato dell’azione sulfurea, nel mezzo abbiamo l’apparato fogliare come assoluto rappresentante dell’elemento mercuriale. Ogni organo vegetale ricopre un ruolo determinante per la vita della pianta, ma la foglia è senza dubbio il motore ed il cuore pulsante del processo vegetale poiché in grado di entrare in relazione e conciliare forze cosmiche e forze terrestri. Come un cuore pulsante la foglia accorda le forze di luce (attraverso la fotosintesi) e gli elementi terreni come acqua e sali minerali che assorbe e metabolizza in quantità. Dunque il luogo del matrimonio perfetto tra Terra e Cielo attraverso il legame di elementi terreni e “pesanti” (come sali minerali e acqua) con elementi leggeri e tenui come luce ed aria. Di fatto terra ed acqua si legano alla forza di gravità e da questa sono condizionate, mentre aria, gas, calore (e luce) sfuggono all’influenza della gravità collocandosi al di sopra della superficie terrestre. Questa dualità tra elementi gravitazionali e antigravitazionali trova un punto di equilibrio e sintesi proprio nella foglia.
L’elemento minerale che maggiormente rappresenta il principio mercuriale è l’argilla.
Le forze della Terra e del Cosmo agiscono attraverso: le sostanze minerali e i metalli, presenti sulla Terra, come sostiene Rudolf Steiner, queste sostanze fanno da tramite con le forze superiore che agiscono anch'esse in Natura e nel Tutto.
Si ha calcare e silice che hanno un ruolo determinante per la conformazione dei vegetali. Il calcare per sua natura vorrebbe attrarre tutto a sé, mentre il silicio non ha alcun desiderio o brama attrattiva (riflette e veicola). L’argilla collega queste due polarità così come la foglia fa da intermediario fra il polo terrestre ed il polo cosmico. La foglia è un mix tra proprietà terrestri e forze cosmiche così come lo è l’argilla.
La struttura apicale della pianta è spesso il suo frutto ed ha comunque una marcata influenza delle forze cosmiche (forze formative e plasmatrici) che agiscono tramite zolfo, silicio e carbonio. La struttura del fiore e la formazione del frutto/seme sono generate dall’azione del Sole e dei pianeti esterni Marte, Giove e Saturno. Nell’elemento silicico vi sono forze che provengono dai pianeti esterni in grado di favorire il valore nutrizionale di un alimento: Luna, Mercurio, Venere, mentre (i pianeti interni) agiscono attraverso l’elemento calcareo che determina la crescita la vitalità lo sviluppo e l'espansione.
Le piante si trovano pienamente assoggettate alla vita planetaria e l’elemento terrestre.
La ricetta base della pasta per tronchi.. presenta proprio la sinergia tra questi tre ambiti di forze (sale, mercurio, zolfo) attraverso l’impiego del letame, dell’argilla e della sabbia silicea in modo da sostenere i processi vitali dell’albero in maniera armonica ed equilibrata.
Uno sviluppo armonico della pianta riduce al minimo la possibilità di contrarre malattia o stati degenerativi.
Zolfo
Lo zolfo è un elemento per certi versi polare all'elemento sale.
Con lo Zolfo si manifesta: dinamismo, rarefazione ed espansione. Il Sale, per lo più, esprime: conservazione, assimilazione e stabilità, oltre che lo sviluppo della materia.
In questo elemento si trovano le qualità del fuoco come elemento in grado di trasformare, sublimare ed anche purificare ciò che proviene dal basso. L’azione del principio zolfo può trasformare l’elemento salino grezzo ed informe verso forme più nobili ed elaborate. Come polarità sale/zolfo si ha da una parte il terreno, dove troviamo elementi grezzi ed informi, mentre dall’altra si ha il processo di fioritura come massima espressione di geometrie ordinate e forme armoniche. In altri termini ritroviamo la polarità Terra/Cielo nella quale l’azione solare (Cielo) favorisce e determina il processo di fioritura e maturazione attraverso la sublimazione dell’elemento salino terrestre caotico, grezzo e pesante verso forme nobili ed elaborate. Nella fioritura si trovano: colori, aromi, nutrienti e armonia come naturale espressione dell’azione di forze cosmiche (luce, energia solare, raggi cosmici, calore).
La pianta attraverso la fioritura o alla maturazione si può espandersi nello spazio grazie alla produzione di polline, e, successivamente, attraverso la fruttificazione e la formazione del seme (o di altri elementi) può propagarsi. Questo avviene grazie all'umidità e al buio, e soprattutto per mezzo di luce e calore (portatori e interpreti del principio e processo sulfureo) in grado di liberare verso l’alto le parti più sottili (gesto di espansione).
Grazie al principio sulfureo la Terra può entrare in relazione con il Cielo per nutrirsene.
Da un lato vi è dunque la fissa/staticità del sale e dall’altro vi è il dinamismo dello zolfo. La staticità e la pesantezza della Terra (forze centripete, gravità) contrapposta al dinamismo dello zolfo (luce, calore, forze centrifughe, movimento del Sole).
L’azione solare stimola lo scorrimento della linfa nel regno vegetale e consente all’acqua di sollevarsi dal livello terreno verso quote più elevate. Nel principio zolfo si celano dunque forze creative e propulsive. Rudolf Steiner ha chiaramente sottolineato ruolo e funzione dello zolfo (in quanto elemento chimico agente in natura) definendolo “portatore dello spirito” poiché la sua funzione nell’economia naturale sarebbe quella di fare da tramite e veicolare le forze spirituali che plasmano e conformano la materia. Lo zolfo ha una notevole affinità con il calore e con la luce (elemento fuoco) ed appunto gli Antichi vedevano nella luce solare “l’elemento spirituale in espansione”. L’altro elemento chimico che agisce in tal senso ed in sinergia con lo zolfo è il carbonio. Sempre Steiner ribadisce che la forma solida della pianta è plasmata e costruita da questi due elementi. Ciò che gli antichi alchimisti definivano “Pietra Filosofale” è rappresentato dal carbonio nelle sue svariate sfaccettature.
Il regno vegetale si esprime negli oli essenziali in cui si ha la sua massima espressione del principio sulfureo come testimoniato dalla loro natura ignea, labile e sottile (ed anche nobile).
In agricoltura biodinamica c'è un preparato, che agisce in quanto interprete di forze solari e luminose, a cui si aggiunge del silicio (elemento minerale che incarna questo ambito di forze, grazie alla sua particolare costituzione). Contrariamente al calcare, il silicio riflette e veicola entrando in stretta relazione con le forze della luce. Mentre il calcare risulta più affine all’elemento acqua. Il silicio è presente naturalmente nelle argille e nelle sabbie, ed è uno degli elementi più abbondanti sulla crosta terrestre. Goethe, in merito alle sue proprietà, lo definì “luce condensata”. Non a caso è utilizzato nella realizzazione della fibra ottica, nei pannelli fotovoltaici e nei circuiti elettronici. Si tratta di un elemento che ha una notevole affinità con la luce. Sempre Steiner lo definì anche “l’architetto della luce” per la capacità di ottimizzare la gestione della luce da parte dei vegetali. Il silicio dispone di caratteristiche e qualità diametralmente opposte rispetto al calcare, per cui non trattiene niente per sé e non ha alcun desiderio o bramosia. Inoltre rende più efficiente il processo di fotosintesi consentendo alla pianta una stretta relazione con la luce solare.
Note
Oltre ai corsi di studi frequentati e all’esperienza personale… le fonti che mi hanno aiutato a scrivere questa informativa sono dei libri ad edizione “Riza” e “Tecniche Nuove”, e “Morphema”, per sapere i titoli dei libri contattatemi in privato.
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