Alchechengi
Nome Botanico: Physalis alkekengi L.
Famiglia: Solanacee
Habitat: in luoghi ombrosi ai margini dei boschi, e, comunque fino a 1500 metri di altitudine
Parti usate: Bacche
Raccolta: I frutti si raccolgono a maturazione in Autunno
Chiamato: Alchechengi, Alkekengi, alchechengio, Lanterna cinese, alicacabo, accatengi, ciliegine, pevrun salvadeg, erba canina, chichinger, vingenze, fiasche de crai.
Storia
Un frutto di origine caucasica, chiamato anche “lanterna cinese”.
Fitocomplesso e Principi attivi
L’Alchechengio è un ottimo integratore vitaminico naturale infatti è ricco di Ferro, Vitamina C, acido citrico e carotenoidi (pigmenti che gli donano il tipico colore arancione).
La sua particolarità è che contiene due principi attivi dalle notevoli virtù curative: il primo è la physalina, già nota nei testi medici antichi, che ha proprietà antibatteriche e antimicrobiche; il secondo è l’etilcaffeato, un composto utile per drenare il fegato e la bile. Queste due sostanze, agendo in sinergia, disintossicano gli organi emuntori e sono un ottimo rimedio per favorire la diuresi e prevenire i calcoli renali. Le bacche di alchechengi, quindi, combattono la ritenzione idrica e depurano il fegato e sono l’alimento ideale contro la cellulite e i ristagni di acqua e tossine. Il cospicuo contenuto di vitamina C (doppio rispetto a quello del limone) e di carotenoidi, inoltre, fa da scudo allo sviluppo dei radicali liberi e aumenta la produzione di collagene, sostanza che protegge la pelle e la rende luminosa e tonica. Inoltre l’alchechengi è ricco di ferro, minerale utile quando ci sentiamo stanchi e stressati. Per beneficiare di queste virtù terapeutiche è necessario consumare il suo succo.
Proprietà
Antiinfiammatoria, antipiretico, depurativo, diuretico, lassativo, anticellulite, aumenta la produzione di collagene
Alchechengio disintossica gli organi emuntori da tossine, e, previene i calcoli renali, infatti drena e depura il fegato e la bile, combatte i ristagli, la ritenzione idrica, conservando la pelle soda, giovane ed elastica….
Questa bacca arancioni racchiusa in petali che sembrano di carta velina, appartiene alla stessa famiglia di melanzane, patate e peperoni, cioè quella delle Solanacee, anche per questo motivo è importante consumare il frutto solo quando è giunto a maturazione completa, se viene mangiato ancora acerbo il contenuto di solanina è alto e potrebbe provocare intolleranze e indigestione.
L'alchechengi combatte anche stress e cellulite
MODO D’USO
Non bisogna abusarne, perché possono essere astringenti; ne bastano una decina al giorno.
Gli alchechengi hanno un sapore acidulo, simile a quello del ribes:
- Si mangiano al naturale da soli sono uno spezza fame portentoso.
- Si abbinano bene con lo yogurt, con il latte di cereali (sono ottime con il latte di mandorle), con i frullati e gli smoothies… sono ottimi anche nelle insalate miste, macedonie, e, sui carpacci di pesce.
- Si mangiano disidratate come snack, sano e saziante, infatti le bacche essiccate, provenienti da coltivazione bio, possono fornire buone quantità di vitamine e minerali
- Si utilizzano come succo, infatti nell’estrattore si possono abbinare alcune bacche di alchechengi ad altri frutto di stagione più dolci, come cachi o pere, si otterrà una bevanda buona, ricca di principi attivi e dalle virtù snellenti.
Gli alchechengi:
- vengono impiegati in pasticceria, e, in gelateria immersi nel cioccolato, o, canditi per guarnizione di dolci glassati, e, torte.
- Si possono conservare anche leggermente essiccati in salamoia e sott’aceto.
- Si prestano alla preparazione di marmellate, gelatine, marinate, e, si possono trasformare in canditi.