Psicosomatica - Orecchie in Chiave Olistica
Con le orecchie ascoltiamo... e in qualche modo sentiamo più dei soli rumori, suoni e delle semplici parole che c'arrivano.
Le Orecchie in chiave Olistica
Orecchie e tecnologia
A proposito di orecchie è bene sapere che chi utilizza in modo sfrenato cuffie, e auricolari, non si rende conto dello stress acustico a cui sottopone l’apparto uditivo, e, che tale abitudine porta malesseri. Vien da sé ricordare che i cellulari usati troppo attaccati all'orecchio portano all'aumento del rischio di ‘incappare’ in tumori celebrali (o in neurinomi del nervo acustico), e, comunque conducono all’attenuazione della capacità uditiva, oltre alla più frequente comparsa di acufeni, e, a disfunzioni posturali e percettive.
Oggi il calo dell'udito si presenta molto più precocemente di un tempo, a causa dell'esposizione a suoni sempre più invasivi, ma anche a causa di cuffie e cellulari, stiamo diventando sempre più sordi, e, anche per questo alziamo la voce, e, siamo meno equilibrati.
La riduzione d'udito può significare il desiderio di chiudersi in sé per proteggersi dalle sofferenze o dalle critiche.
La presenza di acufeni può significare, che non si desidera ascoltare una voce interiore.
Poiché le orecchie sono interconnesse alla forza vitale è bene prodigarsi per migliorare, quando/quanto possibile, il senso dell'udito, magari con soluzioni naturale.
Orecchie e udito sono fondamentali per una buona qualità della vita, ecco perché occorre imparare a prendersene cura, con abitudini, cibi, e, rimedi adeguati.
Orecchie e Postura
La postura è condizionata anche delle orecchie difatti per una buona postura sono molti importanti i segnali uditivi, in particolare gl’impulsi che prevengono da labirinto e vestibolo. Il labirinto è l’organo deputato al mantenimento dell’equilibrio del corpo, e, a recepire le informazioni sulla posizione del capo nello spazio. Il vestibolo riceve le informazioni propriocettive dalla muscolatura cervicale.
Sistema uditivo e postura
- La vertebra C1 è chiamata anche Atlante, così da ricordare il nome di un mitico titano ch’era costretto a portare il mondo sulle spalle, analogamente l’essere umano grazie alla prima vertebra porta il peso delle sue responsabilità, delle sue decisioni razionali, della sua volontà cosciente[1]; non a caso le persone depresse hanno questa vertebra dolorante. Ad essa sono interconnesse: testa, cervello, orecchio interno e medio, lingua, ghiandola pituitaria (o ipofisi), ghiandola pineale (o epìfisi), e, sistema nervoso simpatico. Quando l’atlante duole è bene porsi le seguenti domande: “Sento conflitti tra intenti, volontà, e, desideri?”; “Ho difficoltà di comunicazione perché percepisco qualcosa, ma non oso parlarne?”; “Quando il dolore è più sul lato destro: Non mi sento ascoltato/a dalla famiglia, o, dalle persone a cui voglio bene?”; “Quando il dolore è più sul lato sinistra: Non Mi sento ascoltato/a nel lavoro o nella vita sociale?”.
- La vertebra C3 è in rapporto con: viso, ossa facciali, mascella, denti, orecchio esterno, laringe e cistifellea. Quando duole è bene domandarsi: “Mi svaluto esteticamente?”; “Mi dà fastidio il contatto?”; “Quando si ha male anche alla laringe: Può essere che io abbia comunicazioni verbali conflittuali?”; “Mi sto opponendo a qualche ingiustizia?... Provo rancore?”; “Non riesco ad accettare una separazione?”.
Com’è fatto un orecchio?
Il padiglione e la parte più esterna del condotto uditivo son simili ad un imbuto atto a recepire vibrazioni sonore che il timpano trasforma in stimoli bioelettrici da inviare al cervello. La parte interna dell’orecchio è formata: dalla coclea, dai canali semicircolari e dal vestibolo; si occupa di mantenere l’equilibrio della persona nello spazio, sia in quiete sia in movimento.
Le orecchie in chiave simbolica
Le analogie e i simbolismi interconnessi alle orecchie sono molteplici.
Le orecchie sono l'organo del "sentire" e dell'ascolto. Il significato latino della parola “sentire” è una buona chiave di accesso alla lettura simbolica dell’orecchio. Il significato latino della parola “sentire” è una buona chiave di accesso alla lettura simbolica dell’orecchio. Giacché in latino questo verbo è ricco di significati esso vuol dire: percepire suoni, prestare ascolto, stare attenti, provare emozioni, intuire qualcosa di sottile, ecc. Ragion per cui: "il sentire rappresenta la ricettività nelle sue varie sfumature. L’orecchio accoglie le onde sonore che arrivano dall’ambiente, come un grande “imbuto”, e le interpreta attraverso un codice di tipo sonoro. Rumori, suoni e parole trovano il loro punto di raccolta e di sintesi, e da qui sono trasmessi al cervello, dove vengono interpretati e lo aiutano a formarsi un quadro di ciò che accade, a prendere coscienza della situazione e delle azioni da compiere. In quanto cavità, l’orecchio esprime anche una componente femminile materna: una persona che sa ascoltare sa anche accogliere umanamente, fa sentire compresi e in questo caso l’ascolto si configura come una presenza: ascoltare significa esserci. Le orecchie rappresentano un simbolo di ricezione e di apertura."*
Le orecchie sono in relazione alle stagioni (culmine del freddo e culmine del caldo), difatti le orecchie ci donano l’equilibrio motorio e amplificano i suoni che sentiamo, analogamente l’atmosfera presente in alcuni periodi stagionali ci consente di sentire i suoni amplificati (il vento in spiaggia, o il ghiaccio in montagna).
Le orecchie sono legate all’equilibrio e al “sentire”, difatti oltre a donarci il senso dell’udito, ci consentono di continuare a camminare eretti ed equilibrati. Il sistema uditivo partecipa alla creazione di una sorta di campo magnetico che ci consente d’essere equilibrati, giacché anche quando attratti verso l’alto e/o il basso si riesce comunque a mantenere un certo equilibrio e carica energetica, e, questo s’avverte al culmine di certe stagioni, in estate in alcuni momenti ci si sente più vicini al cielo, e, d’inverno ci si sente più vicini alla terra.
La parte esterna delle orecchie ricorda l’immagine di un feto pronto per il parto, dei reni che infondono forza vitale, queste analogie sono solo in merito alla forma, però alcuni studi ormai accertati evidenziano che le orecchie sono “riccamente innervate e che tali innervazioni sono in rapporto sia con le parti viscerali (attraverso legami con il nervo vago), sia con la colonna vertebrale (attraverso legami con i nervi spinali), e, sia con il cervello (attraverso alcuni nervi cranici)”[1]. Le orecchie sono un crocevia di stimoli e il loro “sentire” non riguarda solo le onde acustiche e l’equilibrio, ma le orecchie come i reni “sentono” (avvertono) l’intera situazione del corpo e della psiche.
L’auricoloterapia parte dall’assunto che nell’orecchie si riflette il corpo umano, per cui stimola i punti delle orecchie collegati ai vari distretti corporei. “L’auricoloterapia dà un contributo alla cura di patologie importanti come l’ipertensione, l’asma, la cervicalgia, la lombosciatalgia, le cefalee, la stipsi, alcuni problemi mestruali, le tensioni muscolari e i problemi della postura.”[1].
Quando per l’auricoloterapia le orecchie rappresentano l’intera costituzione psicofisica di una persona, per le tradizioni Asiatiche le orecchie sono collegate in particolare ai reni, difatti per queste tradizioni i disturbi dell’orecchio sono collegati a un cattivo funzionamento dei reni o/e delle funzioni escretorie.
Nelle orecchie sono evidenti tre distinti aree: superiore, centrale, inferiore; quando queste tre parti sono in equilibrio ci sarà anche armonia anche tra mente spirito, animo, e, corpo.
Le orecchie sono uno strumento di relazione e dialogo
L’orecchio è dunque uno strumento di relazione e questo aspetto è confermato anche dalla sua natura fisiologica: “l’organo del Corti”, cioè la struttura dell’orecchio specializzata nel trasformare le onde sonore in impulsi nervosi, è infatti un epitelio, come la pelle, cioè un tessuto deputato all’incontro con l’esterno. Esso è dunque l’elemento fondamentale di un dialogo.*
Le orecchie mantengono l'equilibrio
Le orecchie sono l’organo dell’udito, ma anche dell’equilibrio, e comprendono l’orecchio esterno, quello medio e quello interno. I primi due permettono di captare i suoni; riguardano le informazioni che riceviamo dagli altri o dall’esterno. La parte più interna consente l’analisi dei suoni e la loro propagazione verso il cervello, e funzione non meno importante permettono di mantenerci in equilibrio. La stabilità si ottiene ascoltandoci, percependo come siamo posizionati e come muoverci per non cadere.*
Fisiognomica delle Orecchie
Le orecchie riflettono il nostro equilibrio, secondo la filosofia Taoista sono il centro nevralgico del benessere personale. Le orecchie sono la sede di importanti funzioni sensoriali come l’equilibrio, della percezione spaziale e l’udito, esse riflettono molti aspetti del carattere, della personalità di chi le porta e di come si sente nell’ambiente in cui è.
Le orecchie possono avere colori e forme molto diverse, da persona a persona, in ognuna delle quali, tramite la fisiognomica, si può individuare caratteri e personalità altrettanto differenti che sono interconnesse in via generale all’equilibrio personale psicofisico.
Le prime informazioni che si possono capire sulla personalità di chi le porta emergono dalle loro dimensioni (rapportate al naso), dalla loro forma e dalla posizione che hanno rispetto al viso (un parametro da tener presente solo dopo la pubertà, perché esse si stabilizzano solo nella fase più avanzata dello sviluppo psicofisico).
- Quando le orecchie sono più grandi del naso si possono definire più grandi della norma, le persone che le portano sono forti e robuste, dinamiche, estroverse e curiose.
- Quando le orecchie sono piccole la persona che le porta è chiusa, riservata, sensibile, cagionevole di salute e fine d’ingegno.
- Quando ci si trova di fronte ad una persona con le orecchie tondeggianti ci si trova di fronte a una persona egocentrica.
- Quando una persona presenta le orecchie strette ci si trova di fronte a una persona ribelle per natura.
- Quando le orecchie sono rettangolari ci si trova di fronte a un soggetto predisposto al comando.
- Quando le orecchie si posizionano più basse del centro del viso, la persona che le porta è efficiente, pratica e ha “i piedi ben piantati a terra”.
- Quando nel viso le orecchie sono in una posizione media, le persone con questa caratteristica mantengono il giusto equilibrio tra la loro componenti terrena e spirituale
- Quando le orecchie sono disposte molto alte, ci si trova di fronte a una persona ch’è più teorica che pratica.
Altra particolarità che salta subito all’occhio è l’inclinazione e la sporgenza delle orecchie, difatti le “orecchie a sventola” si notano subito, sarà che le persone che hanno si proiettano più verso l’esterno a discapito del controllo di sé e del proprio corpo. Le orecchie molto aderenti alla testa caratterizzano le persone con poca flessibilità e una grande forza di volontà (anche nei momenti più difficili).
Ancor più dettagli si comprendono dividendo le orecchie in tre aree distinte, cioè quella superiore, media e inferiore... il padiglione, la conca, il lobo. Quando queste 3 aree sono in equilibrio nelle proporzioni, chi le porta sarà in equilibrio nella mente nel corpo e nell'animo.
Padiglione - Parte superiore dell'orecchio
Il padiglione vien diviso in (bordo esterno) elice e (bordo interno) antelice. L'elice regolare indica una persona equilibrata, ma quando è assente spesso la persona è superficiale. Una persona stabile e forte ha l'elice morbido e largo.
Le orecchie con il padiglione a punta indica un consumo eccessivo di proteine animali e rivelano un carattere tendente all'aggressività, con mentalità chiusa e ristretta.
Conca e Trago - Parte mediana dell'orecchio
Il trago è quel piccolo promontorio di cartilagine situato nella parte centrale dell'orecchio, all'altezza del canale uditivo. Quando il trago è parecchi sviluppato indica una persona con parecchia tolleranza.
Un orecchio con la conca ampia indica una persona disponibile all'ascolto e allo sviluppo di nuove idee.
Una conca più sviluppata rispetto al padiglione e al lobo rivela una tendenza allo scetticismo, al nervosismo, che si manifesta anche con timidezza di carattere e di pensiero.
Una persona che tende ai pregiudizi è caratterizzato da una conca stretta.
Il Lobo - Parte inferiore dell'orecchio
Una persona longeva e di successo ha i lobi ben sviluppati.
Un lobo piccolo indica difficoltà nel concretizzare pensiero, debolezza, un’alimentazione sbilanciata (carente in particolar modo di sali minerali), e titubanza nel coraggio delle azioni. Quando il lobo praticamente manca vi sarà più predisposizione alle attività pratiche rispetto a quelle concettuali.
Un lobo grande e carnoso indica una mancanza di sottigliezza nelle azioni e nel pensiero.
Semeiotica - Taoista dell’orecchio
L’orecchio è un microsistema di rappresentazione somatotopica***, difatti rapportando l’organizzazione del S.N.C. alla superfice dell’orecchio essa fornisce una rappresentazione d’insieme dell’innervazione del soma e dei visceri cose si vede nell’immagine sottostante.
Il dottor Yoshio Manaka ci fa notare che la porzione dorso-mediale dell’orecchio è prevalentemente Yang, mentre la parte ventro-laterale dell’orecchio è prevalentemente Yin.
Il dottor Paul Marie Nogier ha confermato che:
- la colonna vertebrale si proietta sull’antelice
- l’estremità cefalica si riflette a livello del lobo
- l’arto inferiore si proietta nella fossa navicolare
- l’arto superiore si mappa nella doccia scafoide
- i visceri trovano la loro posizione nella conca
Secondo J. Bossy non esiste una proiezione degli organi, bensì una rappresentazione topica della loro innervazione, ragion per cui la verifica distrettuale di zone anatomiche sofferenti si fa cercando con pressioni multiple i punti dolenti elettivi del padiglione auricolare. Si ricorda che esistono altri modi esplorativi ad esempio la luce polarizzata o il cerca-punti elettrico.
Le funzioni sensoriali dell’orecchio, per la tradizione taoista, sono in relazione con il Rene nella corrispondenza dei cinque elementi, e, il condotto uditivo esterno è l’orifizio del Cuore.
Nell’orecchio si riflette l’attività di tutti i visceri, difatti i loro squilibri si manifestano spesso anche nell'orecchio (cambio di colore dell’orecchio), ad esempio quando il padiglione diventa rosso e caldo indica: “interessamento di origine esterna da parte di calore e Feng”. La porzione superiore del padiglione auricolare corrisponde al meridiano del cuore, quando la punta dell’orecchio (rispetto al resto dell’orecchio) è fredda c’è freddo nel Cuore, quando la punta è calda c’è eccessivo calore nel Cuore.
La semeiotica, la fisiognomica, e, l’auricolo-terapia sono state ben approfondite in Italia, ciononostante gli agopunturisti Taoisti hanno fornito alcune indicazioni per quanto concerne l’orecchio, ad esempio:
- Quando il dolore si presenta nel padiglione c’è pienezza nella Vescica Biliare (cistifellea - Yang Wei Mai) anche quando emerge prurito nel padiglione o nel condotto uditivo esterno si consiglia di equilibrare Yang Wei Mai.
- quando diminuisce la capacità di udire c’è vuoto di R, V, VB, F, MC, Du Mai
- invece quando emerge una sordità intermittente c’è pienezza VB
- quando invece c’è sordità brusca probabilmente c’è l’arresto della circolazione nel meridiano TR, se emerge una sordità totale ad essere interessati sono i meridiani IT e TR, con pienezza dei punti Luo soprattutto di IC, Yang Wei Mai.
- quando emergono gli acufeni c’è troppo vuoto nei meridiani R, F, oppure troppa pienezza in R, VB (Yang Wei Mai)
Acciacchi del Sistema uditivo
L’orecchio è il contenitore che raccoglie i rumori e le voci circostanti. Saper ascoltare gli altri vuol dire creare empatia, ma quando non vogliamo udire qualcosa o qualcuno la nostra capacità di sentire può risultare alterata*
Il sistema uditivo è un ricettore posturale fondamentale, e, alcune alterazioni dello stato di salute di questo sistema[2] possono causare problemi posturali.
Nel terzo millennio si fa largo impiego di cuffie e auricolari, sia per ascoltare musica, video e film, che per estraniarsi, o, telefonare... per questo è bene ricordare che il suono da esse diffuso risulta essere traumatico per la membrana del timpano, sia con l’uso di auricolari, che di cuffie. Come è anche bene far notare che gli auricolari essendo posti direttamente dentro il padiglione auricolare[3], elevano il rischio di infezioni cutanee del padiglione, e, altre tipologie di otiti
Anche se le cuffie sono preferibili agli auricolari, entrambi i dispositivi a lungo andare portano a una riduzione delle capacità del sistema uditivo e questo conduce a variazioni posturali che si riflettono sull’intero benessere dell’organismo, per esempio il notevole stress a cui è sottoposto l’apparato acustico può far comparire in alcuni casi fastidiosi acufeni [4].
Così come i problemi alla vista possono nascere dal fatto che inconsciamente ci rifiutiamo di vedere distintamente una situazione o una persona, allo stesso modo i disturbi dell’udito possono significare una “chiusura” nei confronti del mondo esterno o delle relazioni. In generale l’udito debole rappresenta una mancanza di ricettività verso chi ci sta intorno: non si ascolta quando gli altri ci parlano, ma si resta concentrati su sé ed eventualmente si pensa, invece, a cosa si vuole dire a chi ci sta parlando. Oppure il non sentire nasce dalla tendenza a chiudersi in sé per proteggersi dalle parole negative pronunciate da chi ci sta intorno. Ci si chiude all’ascolto per non sentire più lamentele, litigi, sofferenze altrui o tutto ciò che possa risvegliare in noi un senso di colpa. Qualche forma di ridotta capacità di udire può anche venire dalla paura di essere criticati; si smette, perciò, di sentire le critiche.*
Esempi di: acciacchi, disfunzioni e malesseri
Cerume
È bene adottare uno stile di vita oltre che alimentarsi in modo tale che le orecchie non producano cerume in eccesso. E' buona abitudine adottare tutte le soluzioni naturali possibili perché non emerga elevata presenza di cerume.
Nel caso in cui ci si trovi di fronte a quantità spropositate di cerume è bene essere coscienti che è possibile rimuoverlo mediante irrigazione del condotto uditivo oppure manualmente utilizzando vari strumenti ad esempio cotton fioc (ne esistono anche di riutilizzabili) o coni (tenendo ben presente l'uso di coni di cera è una soluzione pericolosa e arcaica per lo più sconsigliata).
Nel caso non si sia un otorinolaringoiatra, e, si pensi di poter risolvere da per sé, si tenga presente che le orecchie sono un organo molto delicato quando infiammato... e che in genere, quando non si riesce a rimuovere il cerume con i bastoncini cotonati, si passa al metodo dell'irrigazione che si sconsiglia di utilizzare se non avvezzi all'utilizzo di soluzioni naturali.
Acufeni
L’acufene per molti rappresenta un “sintomo e non una malattia", e, la sua origine resta comunque di difficile definizione, difatti è bene, tener presente che una consistente percentuale di persone che soffre di acufeni spesso presenta un buon udito, e, non è affetta da patologie individuabili, quindi di sovente non se ne capisce la causa fisica, per tale motivo in questi casi si parla di "acufene soggettivo idiopatico", vale a dire, ‘da causa sconosciuta’. Le altre varie possibili cause individuate, sono le più disparate[5], nella maggior parte dei casi si è notato una grande correlazione tra la sua percezione, e, gli effetti che produce sul sistema nervoso centrale, che a sua volta influenza le aree emozionali[6]. Per esempio in alcuni estremi casi, la convinzione, spesso infondata, che una disfunzione o un grave malessere, abbia generato gli acufeni, accresce il fastidio percepito, oltre a indurre la risposta emotiva[7] avversa del sistema limbico, che genera paure, e, ansie immotivate, che portano a un’instabilità del sistema nervoso autonomo.
In caso di acufeni può essere di supporto:
- La pratica di movimenti mirati a riportare fluidità nelle vertebre cervicali
- La stimolazione manuale di testa e cervicali. Alcune tecniche ayurvediche (Shiro Abhyanga) e thailandesi hanno un preciso protocollo che consente di riportare in equilibrio le energie di: spalle, cervicali, e testa. Altra pratica ayurvedica molto consigliata è shirodhara (la colatura dell’olio sulla fronte).
- Integrare una sana alimentazione con la melatonina. Uno studio clinico realizzato da dei medici associati statunitensi [8A] ha confermato che l’assunzione di melatonina [8B] è in grado di migliorare la qualità del sonno, e, di attenuare gli acufeni.
L'acufene in chiave psicosomatica
Acufene dal punto di vista psicosomatico è un lamento che viene da dentro. L’acufene è una forma particolare di disturbo uditivo, che consiste nel sentire con frequenza un rumore interno nell’orecchio.
Può essere un sibilo, un ronzio, uno stridore, un rumore sordo o acuto; non viene dall’esterno e nessun altro lo sente.
È un disturbo molto invasivo e fastidioso, che colpisce un numero sempre maggiore di persone. Dal punto di vista fisico, l’acufene sembra essere collegato a un’alterazione negli equilibri della pressione dei liquidi nell’orecchio interno, ma questo disturbo ha anche un’interpretazione psicosomatica; colpisce facilmente le persone che si caricano di troppi impegni e non ascoltano il corpo, che chiede maggiore cura di sé. Questo suono insistente è come un lamento del proprio inconscio che vuole farsi ascoltare. *
Parole
Quando ci si addentra nell'argomento orecchie è bene tenere presente che le Parole sono delle vibrazioni sonore che veicolano un messaggio (o informazione), una forma d’energia (o energia in una delle forme più pure).
L’adoperare Parole Buone, genuine, vere… è una delle vie maestre, per avvalersi di vibrazioni sonore salutari. (“le buone parole, suonano meglio, nella maggior parte delle orecchie che le sente”1). Ragion per cui si sottolinea che l’abitudine di essere immersi (per lo più) in vibrazioni a sé congeniali, ben s’accorda con l’atto consapevole, che si compie, nell’evitare di utilizzare alcuni intercalari o vocaboli abusati, o, vocaboli che hanno perso o mutato di significato … per esempio i termini: “interessante”, o, “dovere”, o “persona”.
E' buona abitudine ascoltarsi "ascoltare anche la propria interiorità"
Nel significato più ampio, sentire non significa però solo saper ascoltare gli altri, ma anche un sapersi ascoltare, cioè orientarsi sul proprio mondo interiore, sperimentare sensazioni ed emozioni. L’orecchio simboleggia quindi una sensibilità verso la dimensione più sottile del vivere: sapersi collocare su un certo tipo di frequenza, e perciò entrare in sintonia con gli altri, ma anche con sé.*
Note
Autore: Marco Busatto
**Oltre ai corsi di studi frequentati e all’esperienza personale… le fonti che mi hanno aiutato a scrivere questa informativa sono dei libri e dispense, per conoscere, titoli di libri e dispense contattatemi in privato.
***somatotopica: Dall'Enciclopedia Treccani “Proprietà del funzionamento del sistema nervoso per cui ad aree adiacenti dello spazio recettivo nel mondo esterno corrispondono gruppi di neuroni adiacenti in un nucleo cerebrale o in un’area corticale. Così, per es., nel giro post-centrale della corteccia parietale è contenuta una rappresentazione topografica tridimensionale piuttosto fedele del corpo umano, nel senso che i neuroni che rispondono a una stimolazione tattile del piede si trovano adiacenti a neuroni che rispondono alla stimolazione del polpaccio, e questi a loro volta si trovano vicini ai neuroni sensibili alla stimolazione della coscia, e così via." Analogamente, anche la corteccia motoria del lobo frontale contiene una mappa
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