Science Proves That Plantar Reflexology Is Effective
LA SCIENZA RICONOSCE LA VALIDITA’ DELLA RIFLESSOLOGIA PLANTARE
Al giorno d’oggi sempre più persone si affidano a soluzioni naturali e olistiche per evitare, quando possibile, l’utilizzo di farmaci: fra le tante soluzioni tradizionali, è arrivata a noi la Riflessologia plantare.
Non è un tipo di massaggio bensì una stimolazione manuale incredibilmente efficace, un’antica disciplina, che può essere utilizzata da tutti con l’obiettivo di prendersi cura di sé e di altre persone usando l’energia vitale presente nell’organismo.
Le tecniche riflessologiche venivano usate in Cina, Egitto e India fin dal 4000 a.C. ed in seguito, ricerche scientifiche ne hanno comprovato la validità fino ad accettarne l’utilizzo anche nella medicina convenzionale, sotto il nome di “tecniche integrate”.
Ne è un esempio il Policlinico Gemelli di Roma per le donne affette da tumore al seno:
“servizio di Terapie Integrate, che comprende Agopuntura, Fisioterapia, Riflessologia Plantare e che offre un approccio olistico al problema del tumore del seno, ovvero una sintesi tra un trattamento specialistico basato sulle più recenti acquisizioni della medicina tradizionale ed una cura della persona nella sua unità psico-fisica che garantisca il pieno raggiungimento e mantenimento del benessere; le tecniche di medicina integrativa vengono utilizzate, in particolare, per il controllo dei sintomi correlati ai trattamenti chirurgici e farmacologici.
A questi servizi si accede su indicazione dello Specialista del Centro previa visita ambulatoriale.”
La moderna riflessologia plantare occidentale viene attribuita al Dott. William Fitzgerald che, dopo la laurea in medicina all’università di Vermont (USA) NEL 1895, ed in seguito alla pratica negli ospedali di Vienna, Parigi e Londra si specializzò in otorinolaringoiatria e si stabilì nel Connecticut. Durante la permanenza a Vienna studiò l’opera del Dott. Harry Bressler, che aveva cercato il collegamento fra i punti di pressione sui piedi e gli organi interni del corpo.
Così il Dott. Fitzgerald che si era appassionato a questi studi, cominciò ad applicare le tecniche di terapia zonale ai suoi pazienti. Per esercitare la pressione, usava fasce di gomma, pinze e sonde, scoprendo così che la pressione applicata ad alcune zone del piede aveva un effetto anestetico in parti specifiche del corpo. Arrivò a suddividere il corpo in 10 zone di energia longitudinali e uguali, 5 delle quali collegate alla metà destra del corpo e 5 alla metà sinistra, divise da una linea immaginaria che parte dalla sommità della testa e scende lungo la parte centrale del corpo.
Queste 10 zone di energia terminano in corrispondenza dei piedi e delle mani:
• La zona 1 comprende il pollice, si estende lungo il braccio fino alla spalla, al collo e al cervello, e poi scende lungo il corpo fino all’alluce
• La zona 2 parte dall’indice, sale lungo il braccio fino alla spalla, al collo e al cervello, e poi scende fino al secondo dito del piede.
• La zona 3 parte dal medio, procede lungo il braccio fino alla spalla, al collo e al cervello, e quindi scende fino a terzo dito del piede.
• La zona 4 comincia dall’anulare, viaggia lungo il braccio fino alla spalla, al collo e al cervello, poi scende fino a toccare il quarto dito del piede.
• La zona 5 ha inizio dal mignolo, sale lungo il braccio fino alla spalla, al collo e al cervello, per poi scendere fino a raggiungere il quinto dito.
•• La prima linea trasversale del corpo si trova all’altezza della cintura scapolare ed è collegata con la testa e il collo. Sui piedi, tutti i punti riflessi collegati a questa parte del corpo si trovano sopra la prima linea trasversale (cintura scapolare).
• La seconda linea trasversale è posta a livello della vita (linea della vita) e si riferisce alla struttura del torace e della parte superiore dell’addome. Tutti i punti riflessi relativi a questa parte del corpo si trovano, sui piedi, fra la seconda e la terza linea trasversale (cintura pelvica) e, sulle mani, sotto la seconda linea trasversale.
Intorno al 1917 Fitzgerald assieme ad un suo collega, Dott. Edwin Bowers, scrissero il libro “Zone therapy” che conteneva suggerimenti di trattamento e raccomandazioni per medici, dentisti, ginecologi, otorinolaringoiatri, chiropratici. Cominciò a tenere corsi per insegnare questo metodo, ma la medicina convenzionale non accolse queste teorie, tranne un medico, Joseph Shelby Riley che, con sua moglie (anch’essa medico) seguirono i corsi per mettere in pratica questo metodo sui loro pazienti. Da qui, un’assistente del Dott. Riley, la Sig.ra EUNICE INGHAM, cominciò a far ricerche su questa pratica riuscendo in seguito a collegare la struttura anatomica del corpo con le zone di energia localizzate nei piedi, e scoprì che questi forniscono un’immagine speculare del corpo intero. Si accorse inoltre che i piedi avevano una maggiore sensibilità rispetto alle mani, e rispondevano meglio al trattamento.
Nacque così l’attuale RIFLESSOLOGIA PLANTARE.
In seguito scrisse 2 libri:
1. Stories the feet Can Tell
2. Stories the Feet Have Told
Più tardi, intorno al 1970, una riflessologa tedesca, Hanne Marquardt, autrice di “Il massaggio zonale riflesso”, capì che sarebbe stato più semplice localizzare i riflessi presenti sui piedi se il corpo umano fosse stato ulteriormente diviso in 3 zone trasversali; tracciò quindi delle linee che dividessero trasversalmente il corpo e si rispecchiassero in 3 linee trasversali sui piedi. I piedi così , diventavano una mappa in miniatura, consistente in 10 zone longitudinali e 3 trasversali. (Sulle mani, sono invece strutturate in modo differente, difatti traccia solo la seconda linea trasversale).
All’interno di queste zone longitudinali scorre l’energia corporea che può intensificarsi in alcuni punti e creare così un accumulo di energia, chiamato più semplicemente “blocco energetico”. Questo, interrompe il flusso uniforme dell’energia attraverso il corpo, causando dolore, disturbi, acciacchi o qualsiasi problema che richieda la guarigione. Durante una seduta di riflessologia, questi punti, vengono stimolati con tecniche specifiche di pressione e di massaggio, rimuovendo i blocchi di energia che causano dolore e favorendo così l’autoguarigione dell’intero corpo.
Ben inteso che i blocchi possono avere cause diverse: stress, alimentazione sbagliata, uno stile di vita insoddisfacente una relazione sofferente e via dicendo, e l’unico modo per eliminare in modo permanente il problema è proprio trovare la causa del dolore e dei disturbi che si provano. Per questo la Riflessologia plantare può essere efficace, così come altre soluzioni naturali, solo ed esclusivamente se c’è una collaborazione da parte dell’individuo trattato e se supportata da altri strumenti naturopatici o psicosomatici Molte sono le persone che, anche se consapevoli della causa, si rifiutano di accettare ed affrontare le cause... questo è spesso la ragione per cui i canali d’energia che il riflessologo libera si bloccano nuovamente ( e questo accadrà finché non vengono modificati i comportamenti che creano il blocco).
Note
Oltre ai corsi di studi frequentati e all’esperienza personale… le fonti che mi hanno aiutato a scrivere questa informativa sono dei libri ad edizione “Riza” e “Tecniche Nuove”, e il sito del policlinico gemelli ”, per sapere i titoli dei libri contattatemi in privato.
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