Solstizio d'Inverno
Risulta chiaro ai più che 21 dicembre, giorno del solstizio d'inverno, è la notte più lunga dell'anno, e, che a partire dal 22 dicembre le giornate si allungano progressivamente, fino al 21 marzo (la fine dell'inverno) in cui le ore di luce sono pari a quelle di buio.
..il freddo buio ch'è fuori... cede il passo a nuova calda luce, che giunge fin dentro.
Astronomicamente
Il Solstizio d'Inverno, è l’evento astronomico che segna la fine del progressivo accorciarsi delle giornate, e, l'inizio della "resurrezione del sole". (...per la cronaca, nel giorno di Santa Lucia il sole tramonta effettivamente qualche minuto prima, ma sorge anche prima, la durata effettiva della notte è maggiore nel Solstizio... Con buona pace di Santa Lucia, il "giorno più corto che ci sia" è in realtà il 21 dicembre)
Astronomicamente il fenomeno del Solstizio è dovuto all'inclinazione dell'asse terrestre e alla posizione del pianeta nella sua orbita attorno al Sole. Il sole si trova sulla verticale a 23 gradi e 27 primi di latitudine sud. Durante il Solstizio d'Inverno (Boreale, per la precisione, cioè dell'emisfero Nord del pianeta) il Sole si trova allo Zenith sul Tropico del Capricorno (emisfero Sud, infatti la è estate) mentre i suoi raggi colpiscono il Tropico del Cancro (emisfero Nord) col massimo dell'inclinazione possibile durante l'anno (motivo per cui il sole scalda di meno in questo periodo). La luce del sole s’irradia nel nostro emisfero con la massima inclinazione, e, la forza del sole si fa sentire debolmente.
La differenza di temperatura è data dall’inclinazione dell’asse terrestre, che fa sì che i due emisferi, australe e boreale, non siano “colpiti” dalla luce solare con la stessa intensità.
Più ci si sposta verso nord, più la durata del giorno diminuisce. Il 21 dicembre a Roma ci sono 9 ore di sole, a Berlino poco più di 7 ore, e, mezzo, mentre a Reykjavik, capitale dell’Islanda, la durata del giorno si riduce ad appena 4 ore. Nel giorno più corto dell’anno, la Terra si trova nel punto più vicino all’astro che governa il nostro sistema solare (detto “Perielvio”), al contrario nel solstizio d’estate il nostro pianeta si trova quasi nel punto più lontano dal Sole (detto “Afelvio”).
Simbolicamente Filosoficamente
Il valore simbolico del Solstizio d'Inverno è enorme, nel corso della storia è stato celebrato in moltissimi modi da praticamente ogni civiltà umana.
Ora è la festa del Natale, ma già nell'antico Egitto, e, in altre civiltà mediorientali si celebrava tale periodo dell’anno.
La festa del Sol Invictus (nome latino dato dagli antichi romani, significa Sole Invitto, cioè Sole Non Sconfitto, per via della sua rinascita dopo il periodo di buio). Secondo alcuni scrittori Cristiani, queste celebrazioni prevedevano che a mezzanotte gli officianti uscissero dai templi annunciando che "la vergine aveva partorito il sole", raffigurato come un infante. Nell'iconografia del tempo la vergine, o la fanciulla, rappresentava il Femminile in tutte le sue potenzialità, mentre la nascita del Sole rappresenta il trionfo della luce sulle tenebre (che si osserva col passaggio del Solstizio, in cui il Sole "sconfigge la morte", tornando a crescere dopo il suo declino).
Il solstizio d'inverno è un punto focale nel movimento ciclico delle stagioni, che, nel loro infinito susseguirsi e tornare, portano quei giorni in cui la stasi sembra dominare il movimento. Tra l'8 e il 23 dicembre giungono quei giorni in cui il tempo pare fermarsi... in natura tutto, par dormire.. è letargico, addirittura sembra essere morto.
E’ il periodo in cui Persefone è accanto al suo consorte Ade, e, non più distratta dal mondo manifesto, può finalmente concentrarsi nel suo lato profondo e nascosto, e fare un viaggio dentro se stessa, scoprendo lati intimi dimenticati e non ascoltati. quando s'asseconda questo processo naturale, e s'ascolta la semplice voglia di “stare nella tana” e di "covare al calduccio di casa" mentre fuori tutto si percepisce freddo e scuro, in questi giorni è bene concedersi di fare un viaggio.. verso la propria Essenza.. nel sé più profondo.
Il termine Solstizio deriva dal latino solstitium, composto di “sol” (Sole), e, “sistere” che significa “fermarsi”, il termine indica il fatto che prima durante e dopo il solstizio, il Sole pare fermarsi nella sua "scomparsa" per 3 giorni. Alla fine di questi giorni statici giunge il solstizio (SOL Invictus).. l'attimo in cui la Luce prende il sopravvento sul Buio.. i giorni appaiono più lunghi, le notti sembrano essere più corte e iniziano quei movimentati giorni che conducono fino a capo d'anno.
Prima del cristianesimo il solstizio veniva festeggiato con diversi rituali fra cui i saturnali, riti del sole nuovo, dedicati a Saturno, dio del tempo e della ciclicità della natura, che sancivano il ritorno alla luce, ed era considerato il precursore della "rinascita" primaverile.
L’albero di Natale è il simbolo della vitalità e della ritmicità della natura, della sua capacità di organizzare e trasformare l'energia della terra e quella del cielo e di rinnovarsi continuamente.
Col solstizio invernale, si festeggiano, anche capodanno e l'epifania con i suoi falò, in cui si bruciano simbolicamente le cose vecchie, di cui ci si vuole liberare prima di iniziare il nuovo anno.
Naturalmente
Un magico momento di stasi.
Le piante hanno perso le foglie,
Alcuni animali sono entrati in letargo (orsi, ricci), e, molti uccelli se ne sono andati, inseguendo il caldo.
I grandi laghi del nord hanno trasformato la loro superficie in un grande specchio di ghiaccio.
Le famiglie si riuniscono attorno al fuoco, per scaldarsi ed attendere che la primavera faccia splendere nuovamente la Natura in tutta la sua prorompente bellezza.
È uno dei momenti migliori per seminare.
Luminoso Solstizio!
E' bene sintonizzarsi agl'elementi, in questo magico passaggio, nel silenzio, magari accendendo una candela o incenso, meditando e in ogni caso concentrarsi nell'aprire il cuore, per entrare dentro sé, per far spazio e ritrovare la brillante e scintillante Luce interiore che trionfa sulle tenebre per sua semplice natura.
E' bene concedersi delle belle passeggiate nel bosco ormai spoglio, si scopre così che la natura è ancora più bella in inverno, tutto è più intenso, vero ed essenziale; è bene lasciarsi catturare dalla bellezza e perfezione della ramificazione degli alberi finalmente denudata dalle foglie, ci si riempie di meraviglia e gratitudine, ci si sente parte di una danza di un fluire in sintonia col ritmo del Sole e delle stagioni della luna e delle acque.
Con l’augurio che le parole di Camus possano realizzarsi in chi sente il solstizio:
“Nel cuore dell'inverno ho scoperto un 'invincibile estate".
Riti solstiziali
Il tema della semina guida il rituale e la meditazione per il solstizio d’inverno.
La MEDITAZIONE sul CIOCCO
L'accensione del ciocco è una delle celebrazione più rituale che si può compiere, si può accendere anche se senza avere un caminetto (si può accendere nel giardino, in un prato, o, in un campo adatto).
Si prende un cicco, ma non un ciocco qualsiasi... Il ciocco è bene che sia un grosso pezzo di legno di quercia che si adornerà con rametti di varie piante: il tasso (a indicare la morte dell'anno calante), l'agrifoglio (l'anno calante stesso), l'edera (la pianta del dio solstiziale) e la betulla (l'albero delle nascite e dei nuovi inizi).
E' bene utilizzare un nastro rosso per legare i rametti al ciocco.
Casomai si avesse celebrato questo rito anche l'anno passato e quindi si abbia un pezzo non completamente combusto del vecchio ciocco, si accenderà il fuoco con il ciocco dell'anno scorso.
Accendendo il cicco semi consumato si dice: "Come il vecchio ciocco s'è consumato, così s'è consumato anche l'anno vecchio".
Quando il ciocco prende fuoco si dice: "Come s'e acceso il nuovo ciocco, così inizi il nuovo anno".
Una volta che il fuoco è acceso è bene osservare le sue fiamme e utilizzarle (come strattagemma su cui orientare il pensiero) per meditare sulla rinascita della luce e sulla propria rinascita interiore.
Accogliamo calorosamente (a cuore aperto) le nuove speranze, i nuovi sogni per il futuro prossimo e salutiamo questa luce dicendo: "Benvenuta, luce del nuovo sole!".
Brindiamo con vin brulè o con i liquori preparati durante l'anno (soprattutto il nocino, ormai maturo all'assaggio o assenzio) consumiamo i classici cibi solstiziali, lasciandone una parte da donare a Madre Terra... si brinda a desideri importanti, che si seminano nel proprio cuore, germoglieranno presto o quando congeniali tempi giungeranno maturi.
Le ceneri generate dal ciocco è bene siano sparse nel proprio giardino o nei vasi delle piante che si tengono in casa, così da propiziare salute e fertilità della vegetazione che vi cresce.
IL RITUALE DEL RAMO D'ORO
Un altro modo per celebrare Farlas è quello del ramo dei desideri, un rituale della tradizione celtica bretone. Nove giorni prima del Solstizio occorre procurarsi un ramo secco di buone dimensioni, pitturarlo con vernice dorata e appenderlo nell'anticamera della propria abitazione, con vicino un pennarello e alcune strisce di carta rossa. Chiunque entri in casa se vuole, potrà scrivere un proprio desiderio su una striscia di carta, che verrà ripiegata per garantire la segretezza del desiderio e legata al ramo con un nastrino colorato. Quando nove giorni dopo si accende il fuoco del Solstizio (nel caminetto di casa o in un falò nel giardino o in un campo adatto) il ramo verrà sistemato sulla legna da ardere e i desideri che sono appesi ad esso bruciando saliranno col fumo sempre più in alto, finche' verranno accolti da entità celesti e chissà, forse esauditi.
Il Cibo del Solstizio
Gli alimenti tradizionali sono le noci, la frutta come agrumi, mele, e, pere, o, dolci con il cumino dei prati, bagnati col sidro. Le bevande adatte sono il thè di ibisco o di zenzero.
Parole Solstiziali
Discernimento, giustizia, taglio, pugnale.
Autore: Anonimo
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